MOSTRA PERSONALE
“AB OvO” di Maria Rosa Locci
Data: 24 Settembre, 1° ed 8 Ottobre 2023
Manifestazione: Mostra Personale di Maria Rosa Locci, in arte Rosmunda
Località: L’evento inaugurale verrà effettuato sulla tratta ferroviaria del Trenino Verde MANDAS – LACONI, a bordo delle carrozze storiche BAUCHIERO, in concomitanza con la ricorrenza del viaggio in Sardegna dello scrittore inglese David Herbert Lawrence.
Inaugurazione: Stazione ferroviaria di MANDAS il 24 Settembre 2023 alle ore 09:00.
Iscrizioni e informazioni: contrastifotografici.sardegna@gmail.com oppure fai click sul bottone CONTATTI
Abitanti sempre più vecchi, servizi essenziali smantellati, La montagna verso l’abbandono! Gadoni. È una soglia, prima di tutto psicologica. Negli ultimi 35 anni si è scesi sotto quota. La Barbagia registra il doppio dello spopolamento rispetto alle altre province sarde, è quella più soggetta ad un forte tasso di invecchiamento della popolazione (circa un quarto degli abitanti ha superato i 64 anni) e dalla presenza di molti edifici in disuso. A quanto si evince andiamo verso un futuro irreversibile, con la riduzione della popolazione che potrebbe arrivare a percentuali alte da qui al 2050, e senza un cambiamento di rotta, sarà la popolazione dell’entroterra isolano a calare maggiormente. Ovviamente i primi centri urbani ad essere colpiti saranno i piccoli borghi. Io 35 anni fa mi sono spostata di “poco” nella costa sud… Punti di vista… Con un aereo low cost sono più vicina a tante altre città. Giornata di ricordi: Per me l’unica cosa certa è la sperimentazione, e la fotografia mi offre questo mezzo in maniera più diretta, immediata. Raccontare col bianco e nero, con qualche fuga al tono d’oro, al colore, al mosso, mi ritaglia il privilegio della libertà. Di sicuro alcuni sguardi saranno solo per la tecnica, altri si chiederanno “come” mentre i più curiosi si chiederanno “perché” e sarà grazie a loro che tutto in me prenderà vita. Con questa serie di scatti vorrei mostrare la natura della timidezza e della riservatezza, ma anche il bisogno di isolamento che porta ad un desiderio di regressione: ad un’infanzia, ad un tempo in cui poter sentire la sicurezza del grembo materno. La storia di questi ricordi mi stranisce, eppure è come un “tornare a casa”, dove sono stata, dove sono ancora e dove sarò; perché è da lì che provengo, da quella mente, da quella testa, da quei pensieri. La ricerca dei soggetti è puramente simbolica. Quell’edera che si muove, che si sviluppa con tutta la sua tenacia nelle facciate delle case, è simbolo dell’amore fedele ed eterno (di casa), così come dell’innocenza o dell’amore divorante e passionale, quello che un po’ siamo noi; anche se essa nasconde il suo lato buio, un significato un po’ più ambiguo legato alle sue bacche, usate come sostanze allucinogene, “i mie sogni e i miei incubi, un po’ io”. Le immagini non troppo precise sono desideri: vaghi e indefiniti, come la nebbia che ti fa sentire il silenzio, il silenzio dell’abbandono, ed è di questo che ti nutri per rigenerarti. Quel gattino… albino, diverso dai suoi fratelli, sordo e arrabbiato, ma con una rabbia che è “forza di essere” e di buttar fuori tutto ciò che dentro intasa e non dà respiro. La volontà di essere solo liberi, liberi come il vento, o almeno la speranza e la volontà di provarci e crederci, anche se il buio dei cipressi toglie il respiro portando ognuno a chiedersi se… Nonostante tutto si ha bisogno di un significato per abbandonare tutto, per andare oltre, per andare via… ed è di questo che si parla, “lasciar andare”, migrare, per guardare, SENTIRE i colori… Con questo nuovo capitolo AB OvO Huginn e Muninn vorrei presentare “The swirl of my life”, i colori di queste immagini nascono dai ricordi che mi legano al mio passato vissuto in un paesino ai piedi del Gennargentu. Sono una figlia di tessitori di lana e orbace della Barbagia. I colori della mia infanzia sono impregnati in queste immagini, mi ricordano il tempo in cui passavo a rimirare paioli ricolmi d’acqua bollente colorata, di colori della natura e di matasse di lana poi stese ad asciugare. Di sgoccioli sul cemento che vanno dall’ocra al blu oltremare. Queste visioni mi riportano ad altri legami, quali la lavanda dell’antico orto officinale dei cappuccini di Cagliari, la mia città di adozione e di legami più forti. I volti, i volti dell’amicizia. Le foto sono unite da un filo verde tra loro, raccontano la mia storia, quella che vedo e vivo io. Una matassa informe tutta aggrovigliata ma piena di colori. Legami di vita con persone incontrate, che anche per un solo giorno fanno parte del mio ordito. Tu che filo sei? Le trame di lana si spezzano o nascono spezzate ma un bravo tessitore sa come lavorare e tenere unito il tutto. Sembra quasi che le immagini siano dentro un “Turbinio”, e mi sento veramente come scrive Grazia Deledda in “Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi…”. Perché i colori delle mie foto sono i colori del Mediterraneo. Io sono un filo di lana verde, una tessitrice di immagini, come è stata la mia famiglia… con i suoi tessuti. Alcuni si chiederanno “come” i più curiosi “perché” E tu perché vai via? Che filo sei? Rosmunda L’evento è patrocinato dall’Azienda Regionale Sarda Trasporti ARST. |